Post più popolari

sabato 10 marzo 2012

Università inglesi e italiane. Prof. ARS Ponter, Univ. of Leicester, UK Intervento al convegno COSAU. Politecnico di TORINO, 17 Marzo ‘12

Università inglesi e italiane. Prof. ARS Ponter, Univ. of Leicester, UK
Intervento al convegno COSAU. Politecnico di TORINO, 17 Marzo ‘12

Forse dovrei prima dire qualcosa del mio background. Durante il difficile periodo Thatcher, che esamineremo in seguito, ho prestato servizio in qualità di Presidente dell'Associazione dei Docenti Universitari presso l'Università di Leicester. In seguito sono diventato Vice Pro Chancellor (ProRettore) dell'Università.
Un confronto ravvicinato del modo di gestire le università in Gran Bretagna e l'Italia è interessante ma è difficile, e può creare confusione o essere usato strumentalmente. Le università britanniche sono sempre state libere istituzioni indipendenti di reclutare studenti, nominare il personale accademico e amministrativo, effettuare ricerche e trovare leadership. Tutti gli studiosi sono dipendenti della loro università e non dipendenti dello Stato. Le università sono istituzioni sotto la Corona, che hanno permesso di svolgere attività per lo Stato, di cui nei loro Statuti. Studi internazionali indicano che esse rimangono, nel complesso, l'insieme più autonomo di Università in tutto il mondo. Con l'eccezione di una sola piccola università privata, sono tutte Università Statali.

L'inizio della storia moderna delle università del Regno Unito può essere convenientemente designato nel 1980, anno in cui il neo-eletto governo Thatcher ha imposto drastici tagli nei finanziamenti. Questo è stato uno shock per un sistema mal preparato ad una tale eventualità. Ci possono essere alcuni paralleli con la vostra situazione di oggi. I tagli sono stati in parte giustificati dalla osservazione che la categoria degli studenti era su una curva discendente a causa della riduzione della natalità. Ma il governo era altrettanto interessato a uno sforzo per ridurre drasticamente la spesa pubblica. I piani iniziali per una riduzione del numero degli studenti cambiano nel ‘83/’84 per parlare di espansione poiché la disoccupazione aumentò notevolmente, soprattutto tra i giovani. Una recessione grave e la de-regulation della City di Londra nel '86 insieme portarono un cambiamento apparentemente irrevocabile, da un’industria di produzione al terziario. Tale cambiamento rese necessario un numero maggiore di laureati. Questi anni, dal 1980 al 1990, comportarono cambiamenti dolorosi. Ma l'autonomia delle università costò cara nella pianificazione generale. C’erano riforme da molto tempo prima necessarie, insieme con i tagli Thatcher (un parallelo molto forte con le Riforme Gelmini, ndt). L'istruzione universitaria era costosa per gli standard internazionali. Una questione primaria, riconosciuta prima del 1980, riguardava un numero eccessivo di piccoli dipartimenti, e di sforzi da parte di molte università di dare lauree e corsi in materie con una bassa domanda degli studenti. La necessità di cambiamenti in Ingegneria era stata riconosciuta nella relazione Finniston del 1978. La necessità di costose infrastrutture nel campo della scienza suggerì pochi dipartimenti riuniti in "Centri di eccellenza".
C'era un problema sulla gestione dei Politecnici, formati da gruppi di scuole di commercio professionali locali, e finanziate dagli enti locali piuttosto che dal governo nazionale. C'era stata una mancanza di pianificazione generale, aggravata da aspettative irrealistiche di espansione del numero di studenti in certe materie e lauree. Il processo di riadattamento fu doloroso. I sistemi nazionali di finanziamento permisero un’ amalgama dei dipartimenti, il trasferimento di personale tra le università e le revisioni dei corsi e delle lauree, che portò a successivi cambiamenti per un certo numero di anni. Nessuna università fu chiusa, molte ne uscirono rafforzate. Alcune si dovettero ridurre sensibilmente. I tentativi di fusione di università immediatamente adiacenti (ad esempio, Leicester e Loughborough) furono molto discussi, ma non si verificarono. Una fusione di University College e l'Istituto Universitario di Scienze e Tecnologie a Cardiff fu forzato dal governo in quanto il primo si era portato alla bancarotta per imprudente gestione finanziaria. Alla fine, molti anni dopo, le due Università di Manchester accettarono di unirsi, risultando in un soggetto molto rafforzato. In generale, tali cambiamenti sono stati pensati in termini di benefici del servizio che l'università potrebbe fornire agli studenti e la valorizzazione dell'ambiente accademico e di ricerca, il tutto a costi ridotti. Vari schemi “di mercato” sono stati discussi, ma non implementi. Ma questi cambiamenti che si sono verificati non sono stati sempre vantaggiosi per gli individui accademici. Ci sono stati molti pensionamenti anticipati. Infine, nel 1992 il processo di trasformazione dei Politecnici in Università indipendenti con poteri di laurea (valore legale diremmo noi, ndT), ebbe inizio. Praticamente tutta l'istruzione superiore, ivi compresa la formazione degli insegnanti, infermieri e altri di formazione in discipline paramediche fu o rilevata da un'università locale o combinata per formare nuove università. Da circa 50 università nel 1980 il numero passò ad oltre 100 di oggi (questo in una popolazione di ca.62 milioni di abitanti, risponde alla “favola” che in Italia ci siano troppe Università pubbliche, ndt). Quando andai all'università solo il 5% della mia classe furono in grado di andare all'università, mentre ora il numero è più vicino al 40% e dovrebbe rimanere a questo livello (si noti che in Italia siamo sempre stati lontani da questi valori, e nonostante il 3+2, siamo sempre alla metà della media europea, ndT). Durante questo periodo la politica è stata guidata dal desiderio di accrescere la qualità media, ridurre i costi ma per garantire che l’eccellenza rimanesse non toccata (qui si riferisce a Oxbridge, che non ha, purtroppo, un vero equivalente in Italia, ndT). Una preoccupazione cruciale, all'interno delle università più antiche e tra i molti ministri, era la prospettiva che un sistema di mercato avrebbe perso il prestigio internazionale di prima del 1980. Infatti, ci sono segnali che la grande concentrazione di premi Nobel che si trovano in luoghi che concentrano talenti come il Cavendish Laboratories di Cambridge possa diventare un ricordo del passato (inutile sottolineare che qui il paragone con l’Italia è assolutamente impossibile: il tentativo di Istituto Italiano di Tecnologia che è stato accolto male dalla comunità accademica, e ha una disfunzionale discontinuità con l’Università, se non con centri a rete e quindi di nuovo non concentrata, e per quanto stia producendo risultati bibliometricamente validi, non ha reclutato nessuno dei 100 migliori cervelli italiani, o meno che mai premi Nobel: niente di paragonabile alle glorie di Enrico Fermi, del ministro Corbino e il premio Nobel a Giulio Natta degli anni ’60 in collaborazione con tedeschi e con Montedison, in una Università Statale come il Politecnico di Milano, ndt). Ricordate che la Thatcher è stata il primo Primo Ministro e laureato di Oxford cui non è mai stata conferita la laurea honoris causa dall'Università di Oxford.
Molti dei cambiamenti avvenuti in questi anni sono stati necessari, ma non al ritmo spietato a cui furono portati avanti. E i problemi di pianificazione generale persistevano. Università desiderose di espandersi producono corsi di laurea popolari tra i diplomati che non sono sempre ben informati (o consigliati). Ciò si era verificato negli anni 1960 quando i corsi in Sociologia si espansero per crollare entro il 1980, quando grandi dipartimenti si sono trovati con pochi studenti. Una simile espansione in Scienze della Comunicazione si è verificata di recente, producendo laureati per i quali non c'è mai stata prospettiva di un lavoro in relazione agli studi. Materie difficili con una forte domanda di laureati, come Lingue, Scienza e Ingegneria erano poco popolari. Allo stesso tempo la prospettiva di salari più alti nel settore dei servizi ha attratto grandi numeri di studenti in corsi meno “difficili” di management ed Economia. Questo era all'interno di un sistema in cui era limitata la possibilità di cambiare rotta, una volta iniziato un percorso di studi.
Un aspetto che chiaramente distingue i nostri sistemi è il reclutamento di docenti e degli studenti. Tutte le nostre università sono residenziali e ora c’è la tacita aspettativa che il diplomato o laureato andrà in una Università ad una certa distanza da casa. Questo nasce dalla demografia; una percentuale elevata della popolazione vive nelle città e nei villaggi. Ci sono certamente schemi ricorrenti di reclutamento e le Università scozzesi trovano ancora la maggior parte degli studenti tra i propri cittadini, ma la popolarità di Exeter, Bath e Bristol tra i figli e le figlie delle classi medio-alte di professionisti di Londra è stata attribuita alla ferrovia Brunel e alla loro distanza da Londra, ancora in Inghilterra e non nel Nord. Città universitarie con una reputazione per una buona vita studentesca, come Newcastle, sono popolari. Infatti, e questo contrasta maggiormente con l'Italia, le città in recessione industriale, dove il costo della sistemazione è basso, hanno un vantaggio. Città in declino industriali come Leicester, Manchester e Newcastle sono diventate città universitarie dove la presenza di Università forti fornisce la migliore speranza per la ripresa economica ed è vista e apprezzata come tale.
Poiché l'assunzione del personale è una responsabilità di ogni università, il movimento di personale in tutto il paese e dall'estero è normale e i più giovani cercano posizioni senior nelle università con le più alte reputazioni e con il più maturo interesse alla propria professionalità. Questo spiega la concentrazione di eccellenza in Oxford, Cambridge, Londra, e, sempre più Manchester, e non è una sorpresa che qui è anche dove i migliori studenti vogliono naturalmente riunirsi (qui mi ricorda il motto della Humboldt, Excellenz Verbindet, l’eccellenza si riunisce naturalmente, ndt). Ma molte scoperte della ricerca di base si sono verificate altrove: il primo mammifero clonato Dolly (la pecora) a Edimburgo, la scoperta e la prima applicazione pratica forense delle impronte digitali genetiche a Leicester e, ancora una volta a Leicester, il primo esperimento che ha individuato l'esatta posizione di un intensa sorgente di raggi X (vale a dire un buco nero).

Ci fu una grande battaglia sulla “tenure” durante gli anni della Thatcher quando le università dovettero ricordare al governo che una riduzione dei fondi superiore a circa il 2-3% per anno è possibile solo licenziando personale, che la “tenure” impedisce (qui sarebbe troppo facile fare paragoni con la situazione attuale in Italia, dove i tagli generalizzati vengono fatti pagare esclusivamente dalle nuove leve, con un errore strategico incalcolabile, e senza ben chiarire come si può andare avanti con i tagli, all’interno della legge italiana, senza i prepensionamenti,e fuori da slogan o con chiusure e aperture di pura natura elettorale o casuale e comunque non strategica ndt). Dopo molte discussioni, gli statuti furono cambiati per includere "esigenza finanziaria" (“financial exigency”) come motivo di licenziamento, cioè il licenziamento se non ci sono fondi per pagare il personale. Ma soddisfare i criteri per il licenziamento è qualcosa di difficile da sostenere. Generosi regimi di pensionamento anticipato volontario furono, infine, il meccanismo principale per la riduzione dei costi a seguito dei tagli Thatcher. La giurisprudenza degli anni successivi indica che la “tenure” è sicura come prima (ossia il “posto fisso” rimane tale anche nelle università inglesi). Certamente vi è un aumento della percentuale di personale accademico in posti a tempo determinato derivante, ad esempio, dalla incertezza del numero degli studenti stranieri. Il personale di ricerca è generalmente con posto a termine, ma è sempre stato così.

Il nostro sistema è il prodotto della storia, ma c'è sempre stato, sin dai tempi di Carlo I e poi Cromwell nel 17thC, un sospetto di potere eccessivamente centralizzato. La nostra incapacità di eseguire in modo efficiente un vero collettivismo (inverso dell’individualismo, ndt) dopo la seconda guerra mondiale e le memorie dei problemi economici e sociali del 1970 hanno fortemente influenzato i punti di vista. Per le università questo ha portato, di fatto, ad un sistema di contratti in cui il governo assegna alle singole università il compito di educare un certo definito numero di studenti previsti in alcune grandi aree tematiche ad un costo fisso e fornisce il supporto base per la ricerca da una miscela di sovvenzioni specifiche e generali. Il sostegno finanziario per il tempo del personale di ricerca proviene dai fondi derivanti dal ben noto Research Assessment Excercise (RAE), dove viene valutata la qualità della ricerca e la produttività di tutti i dipartimenti ogni 4-5 anni con finanziamenti concentrati nei dipartimenti con il più alto standing (qui il paragone dovrebbe essere nel nostro nuovo VQR di ANVUR, che arriva con 20 o 30 anni di ritardo e pare molto meno semplice e ben funzionante di RAE, avendo voluto specializzare alla realtà italiana con grandi difficoltà e quasi certamente con molto minori benefici, ndt). Forti università di ricerca indipendenti costituiscono il nucleo del nostro sistema, sono molto apprezzate e lo sono sempre state. Negli ultimi tagli alla spesa, i fondi per la ricerca universitaria sono stati protetti (inutile segnalare questa frase, che andrebbe sottolineata, ma sarà certo inutile farlo ancora una volta, segnalando come lo stesso avviene in USA, ndt). Vi è accordo generale che questo è essenziale per un paese con poche risorse naturali. Il RAE ha portato ad un aumento della concorrenza per il miglior staff, sia dall'interno del Regno Unito che dall'estero, in particolare la CE (qui il punto che sicuramente non sarà quasi per niente efficace di VQR e ANVUR che sono puri esercizi di assegnazione di risorse, senza veri meccanismi per “mescolare il sangue”, ndt). Per esempio, nelle assunzioni di Matematici dalla Germania e dalla Russia, questo è stato particolarmente incisivo. Il sostegno finanziario per i ricercatori si ottiene applicando, in maniera competitiva, per i fondi da Consigli di Ricerca (Research Councils) e charities come Trust Leverhulme e dall'industria. Nella mia area, Ingegneria, e'abbastanza comune avere un progetto con un finanziamento da più di una fonte.

Il sistema richiede oggi maggiori prestazioni sul personale dirigente, il chè ha comportato l’accettazione che una leadership efficace è necessaria. Il numero di Professorships (cattedre) è aumentato. Le singole università assegnano cattedre indipendentemente una dall’altra, assistite da valutatori esterni che sono professori leader riconosciuti del campo, da altre università. Un accademico di fama internazionale e un individuo con contributo riconosciuto nel suo campo normalmente si aspetta di ricevere il titolo di professore. Alcune università, Oxford è un esempio, hanno una chiara distinzione tra “Established Chair” (Professori cattedratici?) che hanno ruoli di leadership ben chiari, e il “titolo” di Professore, che è dato per risultati accademici di spessore, ma senza responsabilità specifiche (e senza incremento di stipendio, ndt). L'offerta di una cattedra a un giovane e di grande talento accademico può essere sufficiente a convincere la persona a muoversi da un'università all'altra (cosa molto lontana dalla realtà italiana, fuori dagli slogan del “mescolamento del sangue”, che in Italia con il Piano Straordinario peraltro comporta falsi effetti di costo maggiore dell’esterno, e persino effetti perversi nella sparizione dei fondi del Piano Straordinario stesso, ndt). Nel mio stesso Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Leicester c'erano due professori tra 22 docenti nel 1980 mentre oggi ci sono 10 professori per un totale di 30 membri del personale accademico. Tipicamente, un terzo del personale è ora costituito da Professori in un Dipartimento ad intensa attività di ricerca nelle prime 20 università. A Oxford la quota presso il Dipartimento di Scienze dell'Ingegneria è la metà (36 professori tra 72 docenti).

Il mantenimento dell'autonomia ha portato a schemi di valutazione che permettono a tutti i potenziali partner universitari e potenziali studenti di comprendere le qualità e le capacità dei singoli dipartimenti e università. I risultati del Research Assessment Exercise (RAE), i reports sulla qualità dell'insegnamento (Teaching Quality Assurance Agency Reports), le indagini sul grado di soddisfazione degli studenti (Student Satisfaction Surveys), e i dati sui voti dei diplomati in entrata e i risultati dei voti di laurea (impressionante a questo riguardo il confronto tra la media di laurea in Italia che è circa 108/110 per le lauree specialistiche, e la rarità dei voti elevati nelle serie università inglesi, ndt), finanziamenti di ricerca, qualifiche dello staff, le spese in biblioteche etc, sono tutti dati liberamente disponibili. Se qualcuno “googla” "assessment of UK universities”, trova una serie di indagini sulla qualità universitaria, svolta principalmente dai giornali, variamente prodotta da questi dati pubblicati. Tali indagini influenzano la scelta degli studenti (molto meno in Italia dove la percentuale di studenti che studiano nella città di origine è ancora elevatissima, ndt). Ma per le università italiane trovo solo gli elenchi internazionali, la concorrenza per gli studenti è poco importante quando lo studente prevede di frequentare la locale università. La misura in cui il cosiddetto modello anglo sassone di un'economia di mercato ha portato è stato applicato alle università è discutibile. Vi è una concorrenza aperta per gli studenti, ma solo sui criteri di abilità scolastica. Vi è una forte concorrenza per il buon personale e la pressione interna su coloro che non riescono a performare bene. La competizione per i fondi di ricerca che permettono il lavoro di ricerca di base fondamentale è molto intensa. Le migliori università proteggono il personale i cui interessi di ricerca non sono esattamente alla moda, ma c'è una aspettativa generale che ciascun gruppo di ricerca si trovi i suoi fondi di ricerca.

Ma l'attuale governo (conservatori Tories, di destra come la Thatcher, ndt) ha cominciato a introdurre nuovi elementi che hanno un forte elemento di mercato attraverso nuovi sistemi per il costo degli studenti e le borse di studio (diritto allo studio diremmo noi, ndt).

Il nuovo schema consiste in una percentuale elevata del costo di iscrizione di uno studente e costo della vita forniti come “prestito”, rimborsabile nella successiva carriera (l’equivalente sarebbe il sistema proposto da Andrea Ichino e Daniele Terlizzese, e molto supportato anche dalla sinistra italiana, in curioso contrasto con la sinistra inglese, ndt). L'elemento costo di iscrizione è un importo fisso per ciascuna università, integrato da sovvenzioni dirette per l'università per compensare la variazione dei costi di materie diverse. Poiché non vi è nessun supplemento per le materie umanistiche si potrebbe dire che il livello del canone è fissato a quello dei corsi con il costo più basso. Per studenti provenienti da ambienti poveri ci sono borse di studio. Alla laurea, per coloro che guadagnano salari inferiori al salario medio nazionale, non sono richiesti rimborsi fino a che il loro stipendio supera questa soglia. Ogni debito residuo viene annullato dopo 25 anni. Lo schema è complesso ed equivale a un tentativo di introdurre un concetto completamente nuovo, un sistema di tassazione personale raccolto attraverso il regime fiscale. I cittadini del Regno Unito pagano le tasse. Gli argomenti a favore tentano di dimostrare che i guadagni più alti di un laureato più che compensano la tassa più alta dell’Università. Lo schema è un'alternativa radicale ai sistemi esistenti, una “Graduate tax” come praticato in Australia e come fatto dai convenzionali schemi di prestiti agli studenti gestiti dalle banche. La proposta emerge da un lungo dibattito su chi debba pagare per un sistema di istruzione superiore di massa, lo Stato attraverso la fiscalità generale o il beneficiario, lo studente. Le obiezioni sia dalla destra che dalla sinistra, per ragioni diverse, avevano sottolineato che il metodo basato sulla fiscalità generale comportava che coloro che non possono accedere all'istruzione superiore stavano dando il maggior contributo alla formazione delle classi medie. In effetti c'è molta evidenza che dove hai vissuto e il reddito dei tuoi genitori era diventato, sempre più, il criterio per l'accesso all'università. Il ragionamento continua nel dire che avere un sistema che effettivamente toglie una componente importante dei costi dalla fiscalità generale, permette a questi fondi di essere spesi per correggere la crescente diversità delle opportunità educative nelle scuole. Bene, questa è la teoria e io invece sospetto che non sarebbe stato introdotto tranne che per il radicalismo dei liberaldemocratici nel governo e la necessità di ristrutturare il debito nazionale. Già ci sono segnali di una riduzione le domande degli studenti maturi. Ci sono accuse di imporre una visione utilitaristica dell'istruzione superiore e che gli studenti saranno scoraggiati dal prendere lauree in scienze umanistiche, dato che essi accumulano lo stesso debito, ad esempio, di un laureato in Ingegneria con aspettative salariali chiaramente inferiori. Dovremo aspettare e vedere.

L'altra componente è stata l'offerta alle Università della possibilità di impostare le tasse ad un tetto massimo di £ 9.000 (10.700 euro). Un'università avrebbe la prospettiva, se offre una riduzione della tassa, di un numero di studenti aggiuntivi. Gli studenti sarebbero attratti da un debito inferiore alla laurea. Le università hanno sempre operato nell'ambito di un accordo che il canone lo Stato paga per uno studente a Oxford dovrebbe essere lo stesso in una università meno illustre e non sono stato sorpreso dal fatto che quando venne il momento di dichiarare la loro tassa, la maggior parte ha scelto £ 9.000 o quasi. Vorrei anticipare che, alla fine, alcune delle università post-1992, ridurranno la loro tassa (si veda in italia l’attuale proposta di premiare le Università con tasse più alte e la possibilità di sfondare anche la soglia del 20% di bilancio, finora apparentemente per legge fissato, anche se già violato da alcuni, che ora vengono premiati, ndt).



Così, se il governo italiano vuole applicare il cosiddetto modello anglo-sassone di mercato, allora dovrebbero fare i “compiti a casa”, semplicemente non è così banale. Certamente l'ovvia differenza nella struttura della società britannica e italiana fa molte delle nostre consuetudini irrilevanti. Per quanto riguarda l'attuale problema Nord / Sud italiano, ho letto il discorso all’inaugurazione 2012 del Prof. Ing. Nicola Costantino, Rettore del Politecnico di Bari, con grande interesse e ammirazione (vedasi L’Ingegnere Italiano, Febbr.2012, oppure http://imechanica.org/node/12048), in particolare la seguente frase:

"Oggi molti parlano dei
giovani, delle loro ambizioni
e delle loro speranze: noi con
i giovani lavoriamo tutti giorni,
per costruire insieme un
futuro che sia all’altezza delle
loro aspettative. E’ per questo
che contestiamo il modello di
Università di mercato, che
precluderebbe – di fatto – ai
meno abbienti delle regioni
più svantaggiate il diritto alla
formazione di eccellenza.”

Onestamente, credo che si avrebbe difficoltà a trovare un accademico britannico, o anche, un ministro del governo che non sarebbero d'accordo con il Rettore Costantino. Una politica di tagli che chiaramente discrimina tra le Università del Sud Italia viola un assoluto: che le pari opportunità di istruzione sono un diritto di tutti i cittadini. Mi sembra, come questa politica, se perseguita, probabilmente porterà a dividere la nazione. Si tratta di decisioni politiche intellettualmente miserevoli. Queste politiche erano una caratteristica degli anni della Thatcher e ha contribuito alla loro scomparsa.

Se volete credere che ci sia interesse per l'esperienza della Gran Bretagna è necessario andare più a fondo e più indietro. Questi sono temi troppo importanti per un’analisi superficiale.


Alan Ponter,
Professore Emerito di Ingegneria,
University of Leicester, Leicester, UK.
Bath, UK, 8 marzo 2012.

Traduzione di Michele Ciavarella, che se ne assume tutte le responsabilità per la scarsa qualità della stessa.

NDT Il pezzo continua in un precedente articolo, pubblicato sul blog di Harvard http://imechanica.org/node/11871, e su www.scienzainrete.it la rivista degli scienziati altamente citati italiani, http://www.scienzainrete.it/en/content/article/italian-and-british-universities-and-dickens , dove si è svolto un dibattito originato a sua volta da una lettera al Ministro Profumo di M.Ciavarella e altri firmatari sul reclutamento, pubblicata anche sul blog di Harvard, http://imechanica.org/node/11626

sabato 25 febbraio 2012

Lettera al Min.Profumo: eccellenza, trasferimento di sede, e reclutamento (intervento Ciavarella)

Lettera aperta al Ministro Profumo: piccoli passi avanti su Proposte di Eccellenza, e proposte innovative per il trasferimento di sede (mescolamento del sangue), e il reclutamento meritocratico, con modello Oxford, anche da presentare al convegno COSAU

25 Febbraio. 2012


Alla CA di Sua Eccellenza il Ministro della Universita' e della Ricerca Scientifica
CRUI, CUN, Rettori, Presidente CNR Luigi Nicolais
Presidente Monti, Napolitano
Gruppo2003 e redazione Scienzainrete
stampa e docenti italiani
imechanica.org


Sig. Ministro Prof. Ing. Profumo,

ha dato gioia a molti di noi firmatari della lettera a Lei indirizzata del 24 dicembre 2011 vedere che qualcosa Lei ha fatto in risposta alle nostre richieste, di cui in allegato riportiamo un estratto, e che comunque sul blog di Harvard imechanica.org, TWO PROPOSALS TO FORWARD EXCELLENCE IN ITALY, ha avuto oltre 7000 letture da tutto il mondo.

In particolare, ci riferiamo alla apertura del Piano Straordinario alle chiamate dirette secondo legge 230/2005 (chiamata diretta per ricercatori all'estero e chiamata per chiara fama), che va opportunamente integrata dalle modificazioni successive (tipo quella dell'art. 29 comma 7 della legge Gelmini), che aprono le chiamate dirette anche ad alcuni ricercatori eccellenti vincitori di bandi valutati con parametri certi e internazionalmente riconosciuti, come i prestigiosi bandi ERC. Si trata di poche unita' eccellenti, che quindi non drenano risorse importanti, che anzi sono preziose.

Nel frattempo, almeno il primo Firmatario di quella lettera, Michele Ciavarella, avendo creato una discussione aperta e internazionale, ha avuto numerosi nuovi sostegni e in particolare portera´ al convegno COSAU, ossia il Coordinamento dei Sindacati Autonomi, CIPUR, CISAL, CNRU, CNU, SNALS DOCENTI UNIVERSITA', una serie di proposte che sono maturate anche da tale discussione, di cui una originata dal Prof. Giacinto Scoles, docente nella Universita´non virtuosa di Udine, ma anche di quella che Lei senzaltro considera “virtuosissima” di Princeton, nonche´ Fellow della Royal Society di London, per fare ottimo e semplice “mescolamento del sangue” almeno per un periodo transitorio, senza rischi stravolgere l'asssetto italiano, per la naturale propensita' di molti docenti a restare in zone limitrofe alle radici. La proposta Scoles, apparentemente provocatoria, e' in realta' molto seria e migliore dell´attuale meccanismo, ossia l'uso ad hoc e con le risorse del Piano, del concorso ex art.18 Legge 240 (chiamata docente), che non solo drena risorse al Piano Straordinario di Reclutamento di Associati in misura falsamente elevata e che quindi ostacola il suo funzionamento esaltando le resistenze interne (per ogni docente Associato gia´ in servizio, una Universita´ virtuosa deve spendere 3 o 4 volte il budget che serve a chiamare per avanzamento un Ricercatore idoneo in procedure di reclutamento di vecchio tipo), ma si rivela dannoso da molti punti di vista. Infatti, un associato gia´ in servizio e´ gia´ pagato dal MIUR tramite allocazione FFO e non dovrebbe fare perdere il budget alla sua Universita´(non virtuosa) di provenienza, come avverrebbe di fatto, come ulteriore punizione alla Universita', oltre alla punizione verso il singolo. Inoltre, non dovrebbe costare nulla, e invece costera' in futuro 3 o 4 posti per chiamate di Ricercatori gia' in servizio con il nuovo art. 24 comma 6, che intanto non puo´ essere sfruttato perche´ i decreti attuativi delle idoneita´ nazionali sono fermi, e comunque richiederanno tempo per portare alla valutazione di migliaia di ricercatori. Senz’altro, il trasferimento, nella variante proposta da Giacinto Scoles, sarebbe molto piu´ efficace e semplice da realizzare, trattandosi di qualcosa molto simile ai vecchi trasferimenti tra Atenei, bloccati perversamente dalla Autonomia Universitaria. Un vero mescolamento del sangue, che Lei potrebbe attuare con una piccola leggina, magari da inserire nei prossimi decreti di liberalizzazione. Dando ai ricercatori grande soddisfazione, senza drenare risorse che spariscono chissà dove, e permettendo un vero mescolamento, e facendo un grande servizio alla Universita' italiana, che di mescolamento vero ne ha bisogno. Peraltro, avra' notato che i soldi del Piano Straordinario, con i trasferimenti, vengono fittiziamente utilizzati già in molti modi, e in questo caso non si sa che fine invece fanno!

Detto questo come parziale ringraziamento, alcuni di noi inoltre vorrebbero segnalare altre problematiche che ci erano sfuggite, e che sono altrettanto gravi.


1) Le chiediamo se c'e' un chiaro limite di spesa alle chiamate dirette dal Piano Straordinario, dato che fino ad ora i limiti erano per i bandi ex art.18 (Chiamata Docente, gia' aperto nelle Universita' virtuose, per gli idonei dei vecchi concorsi, o per sovraconcorso di associati gia' in servizio presso universita' non virtuose, o per stranieri associati). Le segnaliamo che gli incentivi di cui noi parlavamo non sono stati accolti, quindi rimane difficile chiamare, anche se ci sono i soldi, davvero gli eccellenti ex art.29, o anche gli stranieri associati ex art.18, non fosse altro perche' il sito del MIUR sui bandi e' tutto rigorosamente in italiano. Se la media italiana di stranieri e' quattro volte piu' bassa di quella europea, non e' questo un fatto grave?


2) A noi interessava molto anche la questione piu' ampia di tutti ricercatori italiani i cui concorsi sono bloccati da anni, e infatti la nostra prima lettera aveva due proposte, una per l'eccellenza, e una per la meritocrazia. Che il PIANO STRAORDINARIO DI RECLUTAMENTO sia aperto solo alle Universita' “virtuose”, comunque sia la definizione di virtuosa, è un qualcosa di incostituzionale addirittura, e lo abbiamo scritto dopo la pubblicazione della nostra lettera, quando le nostre due proposte sono state pubblicate sul Sole24Ore del 11 Gennaio, oltre ad essere state riportate a piena pagina 17 del Giornale dell'Ingegnere, in 300 mila copie in tutta Italia, e anche su tanti altri blog e persino nel giornale online scienza in rete dei migliori scienziati di Italia, tra cui il rettore Bocconi Tabellini e l'attuale Presidente CNR Nicolais.

Sappiamo che e' intanto nato un emendamento al Milleproroghe che tenta di risolvere la situazione, ma in vista delle storture di cui sopra nei trasferimenti e nell'uso del Piano ancora non per il motivo originario, pensiamo sia un involontario autogol dei parlamentari che lo hanno proposto. Le difficolta´ nate dal non aver voluto fare una idoneita´ con graduatoria, come ci risulta era stato pensato nelle prime stesure della Legge Gelmini, e che il Parlamento ha voluto bocciare (e quindi La capiamo se ora non e´ facile ripensare a questa strada) non sono finite, anzi aumentano con le aperture ai sovraconcorsi e agli idonei, e ora alle chiamate dirette, drenando risorse ai ricercatori meritevoli. Se il Piano doveva promuovere 9000 di loro (che sono 20 mila), ossia quasi la meta', e forse questo era eccessivo, non si rischia ora di passare all'eccesso opposto?

3) Sta partendo, anche con difficolta´, la Valutazione VQR della ANVUR, che dovrebbe essere, si spera, un fiore all'occhiello, molto simile al RAE (Research Assessment Excercise, che ha avuto 5 rounds da 4 anni), oggi REF (Research Excellence Framework, che e' gia' passato all'impatto scientifico piuttosto che alla conta dei prodotti), inglese. In realtà a noi il VQR sembra essere decisamente diverso, e se non e' dannoso, corre certamente il rischio di risultare una beffa per i migliori ricercatori. Infatti, in UK come Lei sa i contratti di tipo privato permettono di reclutare aggressivamente in funzione delle valutazioni future, prendendo i migliori possibili in campo. Noi, non avendo ottenuto una vera trasformazione delle Universita´ in private (come avvenne con la Thatcher in UK negli anni ‘80, molti dicono per grande errore strategico), valutiamo oggi i prodotti da 2004 a 2010. Le Universita´ dovranno selezionare i prodotti scientifici migliori (coscienziosamente) per poi avere impatto nel 60% della quota premiale del famoso FFO, che quindi e´vitale. Tuttavia, un bravissimo e meritevole ricercatore che ha prodotto molto e bene dal 2004 al 2010, magari nonostante la didattica che ha dovuto fare, potrebbe non avere alcuna promozione, nonostante i suoi prodotti abbaino portato FFO alla sua Universita´, perche' la sua Universita' potrebbe essere globalmente non virtuosa, oppure anche perche', nonostante sia virtuosa e possa assumere, nessuno obbliga i Rettori e Direttori di Dipartimento a collegare i prodotti selezionati per VQR e i reclutamenti secondo il nuovo articolo 24 comma 6, che e´ un concorso locale, con il solo filtro della idoneita´ nazionale.

Ecco quindi una idea innovativa: proponiamo di istituire, in parallelo con il Decreto sulle Abilitazioni Nazionali, la elargizione di un primo riconoscimento a chi viene selezionato per prodotti di ricerca che vengono inviati alla futura valutazione VQR. Il riconoscimento peraltro lo abbiamo pensato proprio ragionando sul lungo processo transitorio che ha generato in UK la privatizzazione delle Universita´ della Thatcher con taglio di ca. il 20% del FFO di allora. Dopo anni di discussione, si arrivo´ a istituire TITOLI DI DISTINZIONE da Professore Associato e Ordinario, prima ad Oxford negli anni ‘90 e poi in tutta l'Inghilterra. Si potrebbe quindi prendere spunto in modo creativo da questa esperienza.

La proposta si trova nel blog del convegno http://futurouniversitapubblica.blogspot.com/ poiche´ e’ stata ben accolta dal coordinamento delle associazioni di categoria dei docenti universitari, che la propone al Convegno al Politecnico di TORINO il 17 Marzo, dove verra’ presentata dal primo firmatario di questa lettera, Michele Ciavarella.


Infine, notiamo con preoccupazione che, se il costo studente delle Universita' del Nord e' estremamente piu' alto di quello delle Universita' del SUD, non ha senso introdurre dei nuovi parametri di merito per cui chi riesce ad ottenere maggiori tasse dagli studenti, viene avvantaggiato a ricevere maggiore FFO. Le consigliamo di riferirsi invece al modello tedesco, che oggi e' quello vincente durante la crisi, e che oltre ad abolire quasi dappertutto le tasse universitarie, finanzia con un sistema di diritto allo studio da 1.4 miliardi di EURO, borse di studio, per meta' a fondo perduto, e per meta' con lentissima restituzione, di importi fino a 600 Eu, anche per combattere il fenomeno “hotel mama” che da noi si chiama “generazione ne' ne', ossia 1 milione di giovani italiani che non studiano ne' lavorano.

Auspichiamo quindi che i nuovi requisiti per la distribuzione di FFO (il decretone ex art.5), non comprendano un mix di parametri che non vadano ad aumentare ulteriormente la disparita' di costo studente. Insieme con i finanziamenti alla ricerca, che come comunica il Sole24ore 1 febbraio pag.19 per la prima volta vengono in misura maggiore al Nord che al Sud. Infatti, se ci conferma questi dati, ci sarano Bandi MIUR per 375 Ml al Nord per distretti e innovazione su fondi FAR, mentre al Sud 40Ml di PON e 200Ml di smart cities. Ossia per la prima volta il Sud riceve poco piu' della meta' dei fondi, mentre per PON2010 che era arrivato a 1.1 Miliardi, aveva dato al Sud quasi 5 volte di piu'. Non vorremmo in definitiva che il Governo Monti intenda la crisi come motivo per eseguire il piano di secessione anticostituzionale!

Le Universita' in generale possono essere valutate, un parametro mai considerato e molto semplice sarebbe vedere la qualita' dei loro Rettori, e un recente articolo su SecoloXIX (26 Gennaio) mette in cattiva luce le Universita' private cui sembra vogliamo aspirare con la abolizione del valore legale.

Ma, come ha dichiarato Gustavo Zagrebelsky, ex Presidente della Corte Costituzionale, rispondendo ad una domanda di Michele Ciavarella durante una premiazione del suo dottorato honoris causa alla Università non virtuosa di Bari, la valutazione della Universita' non puo' essere una valutazione di una “azienda” dato che essa produce cultura e non saponette. Per usare le parole precise di Zagrebelsky, "affrontare i problemi dell'istruzione in modo aziendalistico è un tradimento profondo della vocazione degli studi, soprattutto di quelli superiori".


E' molto facile fare saponette di bassa qualita', quello che e' difficile e' fare i leader della innovazione di domani, e l'esempio di Steve Jobs, che non pagava le rette universitarie in un college privato molto caro eppure non tanto prestigioso, come ha dichiarato in un famoso discorso alla Università di Stanford "Stay hungry, stay foolish", perche' era troppo caro, ma intanto seguiva i corsi di grafologia che al momento snobbavano tutti, ma poi gli hanno permesso di fondare APPLE, la dice lunga. Basti pensare ai veri innovatori, che sono tutti dropout, e i metodi di valutazione della Universita' cadono come birilli. O basta pensare che le Universita' americane godono di donazioni enormi, avvantaggiate dal fisco, che per le maggiori 20 universita' sono superiori ai 10 miliardi di dollari, e che la richiesta di tasse agli studenti, sebbene appaia alta, non e' che un 20% mediamente del loro budget annuale, ossia il limite che gia' ora hanno molte Universita' del Nord superato, contra legem. Aumentare ancora, secondo la proposta di Ichino e Terlizzese, appare l'ultima cosa da fare. Dare agevolazioni per le donazioni, e inseguire i migliori laureati per farlo, invece, andrebbe fatto subito.

Firmatari
Prof. Ing. Michele Ciavarella, Politecnico non virtuoso di BARI, e Humboldt fellow presso TUHH, Germania.
Dr. Ing. Alessandro Reali, Università di Pavia, ERC 2010.











Allegato 1. Estratto della PRIMA LETTERA AL MINISTRO PROFUMO DEL 24/12/2012 con elenco firmatari di tale lettera (vedasi TWO PROPOSALS TO FORWARD EXCELLENCE IN ITALY che ha avuto ad oggi oltre 7000 letture da tutto il mondo, http://imechanica.org/node/11626 )

Oggetto: "Proposta di concorsi a chiamata diretta per eccellenti (come vincitori di riconoscimenti internazionali importanti o per valutazione di commissione da Università leader nelle classifiche internazionali) incentivati oltre il 100% di budget, e con le stesse deroghe del Piano Straordinario di assunzione di Professori Associati, che da semplici calcoli potrebbe essere sovradimensionato rispetto al numero di ricercatori in servizio che possono avere requisiti minimi ANVUR. Introduzione di graduatorie progressive nelle idoneita' nazionali in via di definizione, tipo concorso di Magistratura, per dare precedenza di chiamata o incentivo di budget alla chiamata dei "migliori", senza attendere risultati di valutazioni ex-post che finora hanno creato poca reale competizione tra tra Università definite «Virtuose», e quelle non. Entrambe le proposte da realizzare meglio se con risorse fresche, ma anche dal Piano Straordinario nel senso di ridurre il rischio che esso ritorni in usi diversi da quello dell’Università. In modo da permettere strategie aggressive e innovative di reclutamento nell’Università, per renderla davvero competitiva".

First signatures from working group of Humboltians

1) Michele Ciavarella. Prof associato di Progettazione Meccanica. Politecnico di Bari, and University TUHH Hamburg, DE.

2) Simone Natale, Ricercatore Postdoc, Università di Colonia.

3) Marcello Barbanera , Prof. di Archeologia, Università di Roma "La Sapienza"

4) Pietro Podolak, Universität Würzburg: elMuT

5) Ulisse Stefanelli , Primo Ricercatore, IMATI-CNR, Pavia

6) Paolo Ruggerone , Prof. Associato di Fisica, Univ. Cagliari

7) Grazyna Ptak , Univ Teramo

8) Abdelaziz Rhandi , Prof Ord Dip Matematica, Univ Salerno

9) Paolo Prodi , Prof Ord Storia, Univ Bologna

10) Fabrizio Illuminati , Prof. Ass. Fisica, Univ Salerno

11) Evelyn Kustatscher , Museo Naturale, Bolzano
12) Laura de Lorenzis , Prof. Structural Mechanics, ERC starting grant, Humboldt, Fulbright
First Signatures Highlycited scientists, Fulbright fellow, ERC o FIRB grant holders 

1 Pier Mannuccio Mannucci , Prof Ord, Med Interna, IRCCS Ca Granda Foundation Maggiore, ISI Highly Cited

2 Alessandro Reali , Ric. di Scienza delle Costruzioni, Univ Pavia, ERC Starting 2010

3 Matteo Viel , Ric.Astron. INAF, Trieste, ERC Starting 2010

4 Stefano Pluchino , Lecturer in Brain Repair, Univ Cambrige, UK, ERC Starting 2010

5 Andrea Alimonti , MD, ERC Investigator, Oncology Institute of Southern Switzerland, Bellinzona Switzerland

6 Antonia Follenzi , MD, PhD Università del Piemonte Orientale "A.Avogadro"

7 Cristiano Collettini , Ricercatore, Scienze Terra, ERC starting, Univ Perugia.

8 Sabrina Sabatini , Ricercatore Biologia, Roma Sapienza, ERC nel 2010

9 Carla Comellini , Prof. Ass, Univ. di Bologna, Fulbright 1981-82, 2 borse Governo canadese

10 Annalisa Buffa , ERC, IMATI-CNR 'E. Magenes'. Pavia

12 Paola Romagnani , MD PhD, ERC Starting 2008, Nefrologia, Centro Eccellenza Denothe, Univ Firenze
13 Michele Napolitano , Prof. Fluid Mechanics, Politecnico di Bari, Fulbright 1973, Director of Excellence Center in Computational Mechanics

Allegato 2. Apertura del Piano Straordinario alla chiamata diretta e per chiara fama

Il riferimento normativo e' l'art. 49 lettera n) del Decreto-Legge n. 5 del 9/2/2012 (Disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo), che puo' essere reperito al link:http://www.gazzettaufficialeonline.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2012-02-09&task=dettaglio&numgu=33&redaz=012G0019&tmstp=1329751794588. In particolare, tale articolo modifica l'art. 29 comma 9 della Legge Gelmini come segue: "A valere sulle risorse previste dalla legge di stabilita` per il 2011 per il fondo per il finanziamento ordinario delle universita`, e` riservata una quota non superiore a 13 milioni di euro per l’anno 2011, 93 milioni di euro per l’anno 2012 e 173 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2013, per la chiamata di professori di seconda fascia, secondo le procedure di cui agli articoli 18 e 24, comma 6, della presente legge e di cui all'articolo 1, comma 9, della legge 4 novembre 2005, n. 230. L’utilizzo delle predette risorse e` disposto con decreto del Ministro, adottato di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previo parere conforme delle Commissioni parlamentari competenti".

Allegato 3. Emendamento di ca. 50 senatori, al Milleproroghe

2-quinquies. Le risorse di cui all’articolo 29, comma 9, della legge 30 dicembre 2010, n. 240, degli esercizi 2012 e 2013 destinate alla chiamata di professori di seconda fascia sono ripartite nei rispettivi esercizi tra tutte le universita` statali e le istituzioni ad ordinamento speciale. A tal fine la distanza dal limite di cui all’articolo 51, comma 4, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e quanto previsto in materia di assunzioni del personale dal decreto legislativo attuativo della delega di cui all’articolo 5, comma 1, lettera b), secondo i principi e criteri direttivi di cui all’articolo 5, comma 4, lettera b), della citata legge 30 dicembre 2010, n. 240, sono presi in considerazione esclusivamente per graduare le rispettive assegnazioni senza che cio` comporti l’esclusione di alcuna universita` nell’utilizzo delle risorse ai fini della chiamata di professori di seconda fascia, perequando in particolare le assegnazioni alle universita` escluse dalla ripartizione del 2011.

Cosau. Chi siamo. ADU, CIPUR, CNRU, CNU, CSA (della CISAL-Università)

CIPUR, CISAL, CNRU, CNU, SNALS DOCENTI UNIVERSITA'


http://w3.uniroma1.it/cnru/wp-content/uploads/2011/01/cosau.pdf
http://www.cipur.it/
http://cnu.cineca.it/
http://www.cisal.org/
http://w3.uniroma1.it/cnru/
http://confsaluniversita.it/


COSAU - Coordinamento Organizzazioni e Sindacati Autonomi dell’Università
Le organizzazioni autonome rappresentative della docenza universitaria, ADU, CIPUR, CNRU, CNU, CSA (della CISAL-Università) constatano che l’unitarietà dei problemi dell’Università impone la necessità di interpretare in maniera omogenea la rappresentanza del personale docente degli Atenei italiani.
Alla luce di questa constatazione hanno costituito il "Coordinamento Organizzazioni e Sindacati Autonomi dell’Università" (COSAU) allo scopo di fornire ai docenti delle Università italiane uno strumento per la disamina dei problemi e la elaborazione di proposte, basate sulla esperienza e sulla conoscenza intrinseca dei problemi, miranti al miglioramento del sistema universitario e alla difesa della dignità degli operatori che nel suo contesto producono cultura e scienza a sostegno del progresso della Società.
Le suddette organizzazioni libere, autonome, apolitiche ed apartitiche, rappresentative dei professori e ricercatori universitari e di ogni persona che a qualunque titolo svolge attività di ricerca all’interno delle Università italiane, intendono con questa iniziativa coordinare la rappresentanza dei loro associati che operano nell’ambito della ricerca e della didattica universitaria al fine di realizzare una più efficace tutela dei loro interessi morali ed economici e di acquisire una migliore riconoscibilità, visibilità ed operatività in ogni
rapporto con altre organizzazioni, enti ed istituzioni.

Il COSAU si propone di perseguire, nell’immediato, i seguenti obbiettivi:

1 - La costituzione di un organismo rappresentativo della comunità scientifica nazionale (es. un CUN rivisitato) capace di realizzare un "Coordinamento delle autonomie" e di prospettare le soluzioni più idonee a rendere il Sistema funzionale agli interessi del Paese.

2 - La definizione di un modello di valutazione, serio, obbiettivo e basato su criteri definiti, delle attività di ciascun ateneo, delle sue articolazioni (facoltà, dipartimenti) e dei soggetti in esso operanti a livello sia di
attività istituzionali che gestionale, capace di correlare strettamente la valutazione sia alla erogazione delle risorse assegnate agli atenei che alla carriera del personale.

3 - L’accreditamento degli atenei, e dei percorsi didattici da essi attivati, da parte di un organismo superiore in base a criteri trasparenti e predefiniti.

4 - La definizione di un modello innovativo della figura di docente con distinzione netta fra procedura di assunzione e processo di progressione nella carriera. Il professore assunto sulla base di una valutazione di idoneità collocata a ridosso di un percorso formativo "a contratto" dovrebbe avere l’obbligo di sottoporsi
periodicamente ad una valutazione che condizioni il passaggio alle classi superiori. Inoltre, per evitare fenomeni di localismo, si dovrebbe introdurre il principio della mobilità, obbligatoria in almeno uno dei passaggi di status fra laurea, dottorato e contratto pre-ruolo e favorita ed incentivata all’interno del ruolo.

5 - La promozione di una rivisitazione dell’organizzazione della didattica e della sua articolazione (laurea triennale, laurea specialistica, dottorato di ricerca), in modo da renderla rispondente alle reali esigenze della società in generale e del territorio in particolare.

6 - La chiarificazione delle regole che normano rapporti fra Facoltà di Medicina e Servizio Sanitario Nazionale.

Il COSAU, nel prendere atto dell’approvazione della legge di riforma dell’Università ritiene che tale legge, per molti dei suoi contenuti, non sia in grado di risolvere i veri problemi dell’istituzione. Nonostante questa riserva ritiene doveroso dare il proprio contributo alla predisposizione dei numerosi e importanti decreti previsti dalla legge stessa e, nella consapevolezza della loro pesante incidenza sull’organizzazione e gestione degli atenei, dichiara la propria disponibilità a contribuire a definirne i contenuti.

Roma 18/1/2011

venerdì 24 febbraio 2012

Il programma

PRIMA SESSIONE : L’IMPATTO DELLA RIFORMA GELMINI SUL SISTEMA UNIVERSITARIO
Moderatori : Paolo Simone e Manlio Fadda (rispettivamente Pres. Naz. e Segr. Naz. CNU)
ore 9.30 Il quadro generale in Italia dopo la riforma Gelmini ( Paolo Manzini, Vice Pres. Naz. CIPUR)
ore 9.45 Il governo delle Università (Riccardo Marini, Parma. CSA-CISAL-Università)
ore 10.00 “Confronto della formazione universitaria tra Regno Unito e Italia ( A comparison of Universities in UK and Italy, Prof. Ponter Emeritus Professor U. Leicester UK)
ore 10.45 PAUSA CAFFE’
ore 11.15 Il piano straordinario di reclutamento : una soluzione per i Ricercatori universitari ? (Marco Merafina , Roma, Coordinatore Naz. CNRU)
ore 11.30 Il valore legale del titolo di studio (Giovanni Cordini, ex Pres. Naz. CNU)
ore 11.45 La Valutazione, uno strumento da perfezionare (Leo Beppe, Roma ADU)
ore 12.00 Lo stato di … salute delle Scuole Mediche (Giuseppe Chisari, SNALS-docenti)
ore 12.15 Una proposta innovativa (Michele Ciavarella, COSAU)
ore 12.30-13.15 Dibattito con interventi preordinati e conclusioni (Franco Indiveri, Coordinatore COSAU)
ore 13.15 PAUSA PER SPUNTINO
SECONDA SESSIONE : QUALE RUOLO PER I SINDACATI AUTONOMI?
Moderatori : Walter Gioffrè e Paolo Gianni (rispettivamente Vicepresidente naz. e Responsabile sindacale CNU)
ore 14.15 Note storiche sul sindacalismo autonomo della docenza (Sergio Sergi, già Pres. Naz. CNU)
ore 14.30 Il diritto allo studio e le trasformazioni sociali in atto (Paolo Simone, Pres.Naz. CNU)
ore 14.45 Garantismo, controllo e reazione (Riccardo Marini, Parma, CSA-CISAL-Università)
ore 15.00 Le prospettive per il futuro del Sindacalismo autonomo della docenza (Carlo V. Ferraro CNU)
ore 15.15 – 16.15 Dibattito con interventi preordinati dei rappresentanti degli altri Sindacati confederali ed autonomi della docenza, dei dottorandi, dei precari e delle associazioni studentesche
ore 16.15 Conclusioni (Franco Indiveri, Coordinatore Nazionale COSAU)

ANNUNCIO - IL FUTURO DELL’UNIVERSITA’ PUBBLICA ITALIANA E IL RUOLO DEL SINDACALISMO AUTONOMO DELLA DOCENZA E IL RUOLO DEL SINDACALISMO AUTONOMO

CONVEGNO NAZIONALE CO.S.A.U.
Coordinamento Sindacati Autonomi dell’Università
A.D.U.,C.I.S.A.L.-Università, C.I.P.U.R.,C.N.R.U., C.N.U., S.N.A.L.S.-Docenti

IL FUTURO DELL’UNIVERSITA’ PUBBLICA ITALIANA E IL RUOLO DEL SINDACALISMO AUTONOMO DELLA DOCENZA

Sabato 17 marzo 2012, ore 9.00-16.30

“Sala Consiglio di Facoltà” del Politecnico di Torino

corso Duca degli Abruzzi, 24 Torino

Organizzazione del Convegno a cura del C.N.U. sede di Torino
Carlo V. Ferraro 334 8883070 Paolo G. Simone 338 6192935